Siamo Orientatori: Una Nuova Direzione, Un Nuovo Inizio!
Eccoci! E mi viene subito da pensare: “nella vita tutto ha una fine, ma anche un nuovo inizio”. Anche il per-corso per diventare Tecnico dell’Orientamento, con il riconoscimento del primo anno per diventare Counselor, volge al termine…Che emozioni ragazzi! E come faccio a raccontarle?
Qui è Gregorio e direi che, arrivati al decimo articolo, ormai ci conosciamo, o almeno tu mi conosci bene…Vero? Ho riportato qui alcuni episodi del corso, mettendo nero su bianco gli effetti che l’orientamento ha avuto su di me, ciò che è emerso dalla mia interiorità e mi ha permesso di ritrovare fiducia in me stesso e nelle mie capacità.
Ma se sei nuovo/a qui, sappi che questo sarà l’ultimo articolo del racconto del corso al quale ho partecipato per diventare Orientatore. Perciò, se vuoi sapere come tutto è iniziato ti lascio il link del primo articolo qui.
Come dicevo all’inizio di questo viaggio, l’orientamento è un’educazione alle scelte ed appunto, se scegliamo con consapevolezza e responsabilità, ci diamo la possibilità di dare una precisa direzione alla nostra vita. La consapevolezza deriva soprattutto dalla conoscenza del nostro mondo interiore, fatto di risorse fondamentali, purtroppo spesso trascurate e non valorizzate, come interessi, passioni, talenti, punti di forza, qualità e sogni.
Siamo stati orientati e abbiamo fatto emergere tutto questo. E non solo. Ora conosciamo come stare nella relazione d’aiuto, abbiamo acquisito lo “strumentone operativo”, grazie alle attività pratiche per orientare tanti tipi di utenti o clienti, siano essi studenti, coloro che hanno bisogno di un cambio di carriera o, semplicemente, coloro che si sentono DISORIENTATI nella vita, da diversi punti di vista.
Proprio come mi sentivo all’inizio di questo viaggio: perso nella confusione, anche dei miei stessi pensieri. Preso da tante cose, dalla routine, della vita che ci mette davanti a tante situazioni e che spesso ci fa uscire dal sentiero, dal nostro sentiero. Stavo camminando, ma ad un certo punto mi sono guardato intorno ed ho capito di essermi perso, di nuovo.
Se è vero, quanto banale, che ognuno di noi ha il suo cammino, ha un suo ritmo ed attribuisce un proprio senso alla vita, d’altro canto, non è assolutamente scontato avere la certezza di essere sulla strada giusta e compiere scelte consapevoli basate su una profonda conoscenza di se stessi e di ciò che ci circonda.
Ma ora mi guardo allo specchio e sorge un sorriso spontaneo che arriva da questa riflessione: esattamente un anno fa, nel febbraio 2023, ero qui, davanti la stessa scrivania, davanti allo stesso schermo del computer. Ma c’è una grande, enorme differenza.
Avevo perso la mia bussola interiore. Perché si facevo tante cose, continuavo a muovermi, ma senza una direzione precisa. Avevo bisogno di orientarmi.
Facendo questo corso, non solo ho orientato me stesso, ma ho anche acquisito le capacità per aiutare gli altri ad orientarsi nella vita, come nella scuola, nel lavoro e in altri contesti.
E solo una persona orientata che ha fatto un profondo lavoro su di sé può aiutare ed orientare. Perché, conoscendo gli effetti che quegli stessi strumenti ed attività hanno avuto su di noi, possiamo scegliere quali e come usarli a seconda dell’obiettivo dell’utente che si presenterà a noi.
Come ho scritto in un post su facebook:
Si legge “tecnico dell’orientamento” ma significa: direzione chiara, energia in movimento, focalizzazione degli obiettivi, guida esistenziale, sogno in corso.
Verso la conclusione del corso, siamo orientatori?
Cercherò di rispondere a queste domande raccontando l’ultimo weekend di corso tra gioie, paure e difficoltà, anche quelle di salutare le persone con cui ho condiviso lo stesso sentiero, per ben 10 mesi della mia vita.
Perché è così, soprattutto quando si tratta di un gruppo di persone che hanno lavorato INSIEME per conoscere meglio se stesse, tramite la relazione d’aiuto e le attività di gruppo, è davvero tutta un’altra storia a livello di formazione.
🟡 La relazione e l’umanità 🟡
In questo caso quel che resta non è solo la qualità di un per-corso, che può aver migliorato ed incrementato la consapevolezza nelle proprie capacità ma, soprattutto, emerge in modo lampante l’importanza di aver condiviso uno scambio umano, in sintesi una profonda umanità. Quei rapporti umani restano, li sento tutti dentro me in questo momento. Quegli scambi sani e veri, sia tra i corsisti, sia con i docenti e la nostra tutor.
Ricordo la mia aspettativa iniziale, assolutamente alta da questo punto di vista. Che è stata ampiamente ripagata dalle possibilità createsi durante i mesi. Cristian Flaiani, nostro docente e direttore di Simbiosofia, ci aveva spesso invitato a guardare il mondo esteriore, anche a pochi passi da noi, con un invito pieno di speranza: “guardate ciò che vi circonda, le risorse, come ciò di cui avete bisogno, sono intorno a voi”. Intendendo che la nostra evoluzione può dipendere da un incontro, che magari inizia con un sorriso e una stretta di mano e continua con una collaborazione che magari si trasforma in un progetto unico e pieno di passione, che ci rende grati e soddisfatti della nostra vita. Ed aveva assolutamente ragione.
Siamo prima di tutto esseri umani e il nostro divenire, a mio parere, è dipeso soprattutto dalla relazione con l’altro, con l’alterità. E quando tendiamo la mano verso il prossimo, sia per aiutare o per essere aiutati, il mondo improvvisamente si apre a noi con le sue infinite possibilità.
Infatti ora, tante sono le idee, tanta è l’energia rinnovata, tanta è la fiducia verso ogni persona del gruppo del corso. Un valore dal grande potere trasformativo.
Siamo legati, indissolubilmente, da ciò che abbiamo vissuto e dalle parti di te che porterò con me
Come alla fine di ogni romanzo che si rispetti, dopo mille peripezie da parte dei protagonisti, ognuno di noi ha fatto i conti con la chiusura della storia. Tutto il gruppo dei corsisti ha dedicato del tempo alla riflessione, ai feedback e, infine, ai saluti finali.
Sapevamo che le ore del corso si stavano pian piano esaurendo. Erano gli ultimi momenti con la docente Fabiana Solustri ed eravamo tutti in uno stato di calma apparente, come in trance, in stand-by. Forse stavamo temporeggiando passivamente, come se potessimo fermare il tempo, rallentando i movimenti dei nostri corpi e dei nostri respiri.
La Solustri sapeva che avevamo bisogno di condividere questo delicato momento, di far uscire le emozioni accumulate, e spesso nascoste, sotto strati di risatine volte a deflettere l’energia che circondava l’aula da tutta la mattina.
Così, siamo stati invitati a formare un cerchio con le nostre sedie. Era giunto il momento di condividere le emozioni al gruppo. Un gomitolo rosso appariva dalle mani della docente come per magia. Dal primo all’ultimo corsista ed uno per turno, viene passato il gomitolo e il suo filo rosso, fino a formare una fitta rete rossa, come una ragnatela. Chi avesse voluto avrebbe potuto ringraziare i propri compagni di viaggi.
Un momento unico. Personalmente mi sono profondamente commosso, molti di noi sono entrati in risonanza con le parole condivise. Gioia, gratitudine, tristezza, dolore, sorrisi, lacrime, abbracci. Ci siamo sentiti ancora più uniti e abbiamo capito che quell’esperienza ci avrebbe uniti per sempre.
Mentre scrivo in questo momento, sto ascoltando una canzone strappalacrime e spontaneamente ho scritto questa poesia.
Filo rosso
stringa
in te
la fiducia
in me
Quello che abbiamo creato in 10 mesi di gruppo, quell’energia relazionale, ora ci potrà permettere di creare progetti, di condividere nuove strade grazie alle idee, che possano tracciare nuove rotte perché, arrivati a questo punto, si sono creati legami di FIDUCIA. E ve lo dico anche qui compagne e compagni di viaggio…vi voglio bene e ringrazio ognuno di voi.
Ma non si tratta solo di fiducia che abbiamo in un compagno o in una compagna di corso o verso noi stessi. Ma come orientatori, come facilitatori delle nuove esperienze delle persone che seguiremo, dobbiamo essere in grado di avere fiducia nell’altro, soprattutto quando l’altro/a non crede in se stessa/o.
Crediamo in lui/lei, abbiamo fiducia nelle sue capacità che gli permetteranno di orientarsi verso nuove rotte, che evolvere positivamente sia possibile.
Ora…siamo pronti?
Per raggiungere il livello formativo richiesto siamo stati invitati a dare tutto noi stessi, ad impegnarci in profondità, a studiare e ad esercitarci sfruttando tutto il tempo a disposizione ed imparando a prenderci il “nostro spazio”, quello che spesso molti di noi fanno fatica a prendere nella vita di tutti i giorni. I docenti sono stati sempre disponibili, pronti a sostenerci e a trasferirci le loro profonde conoscenze. Rinnovo il mio ringraziamento a tutto il corpo docenti, senza dimenticare la nostra fantastica tutor.
Dopo 10 mesi di 150 ore di formazione in aula, di tirocinio curriculare da 100 ore con la redazione di una relazione, ora, non restava che l’ultima prova finale, l’esame scritto ed orale. Per l’occasione ognuno di noi ha scritto una tesina. Ed è stato svolto a metà gennaio 2024. Di questo forse parlerò in un articolo bonus 😉
Ma al superamento di un esame di Simbiosofia e della Regione Marche che certifica la qualifica a livello europeo EQF5, possiamo dire di essere tecnici dell’orientamento?
Sulla carta si. Ma ora sta a noi esercitarci, sperimentare, lavorare con le conoscenze e le competenze acquisite. Ora, dipende tutto da noi.
Diventeremo dei bravi orientatori e orientatrici solo se, ancora una volta, tracceremo la nostra strada con una direzione professionale ben precisa, unita alla passione e a quell’umiltà che ci permetteranno di migliorare giorno dopo giorno. Perché noi orientatori vogliamo cambiare il mondo vero? 😀
🟡 TRACCIA UNA STRADA…LA TUA STRADA! 🟡
“Che parte dal tuo obiettivo e va indietro per tutti gli esercizi che abbiamo fatto collegandone i punti salienti”.
Queste parole di Cristian Flaiani, ora, risuonano come una campana tibetana dentro al petto.
Il per-corso è stato così intenso e pieno di esercitazioni che chiunque di noi farebbe fatica ad eseguire la direttiva del nostro docente. Ogni corsista ha trovato il suo senso del tutto, ha avuto modo di guardare indietro al per-corso con delle retrospettive che ora, guardandoci negli occhi, fanno emozionare o addirittura commuovere.
Ma è in questo quaderno, consegnato da Flaiani all’inizio del corso, che è racchiuso il nostro VALORE, o meglio, i nostri VALORI. Ognuno ha il suo “Total Talent Portfolio”.
Personalmente l’ho riposto in un punto della stanza dove, di tanto in tanto, ho l’occasione di consultarlo. È diventato un simbolo pieno di significati positivi che, nei momenti bui, mi permette di “ricordare chi sono” assieme a tutte le mie risorse interiori su cui posso sempre contare per tracciare la mia strada.
Ora posso dirlo… SONO UN ORIENTATORE! …con una nuova direzione, un nuovo inizio.
Voglio concludere questo viaggio-racconto con una domanda e una affermazione, che mi hanno permesso di ricominciare a camminare verso i miei sogni:
HAI GIÀ TRACCIATO LA TUA STRADA? L’EROE DELLA TUA STORIA È DENTRO DI TE
È stato un piacere ❤️
Gregorio
COMPILA IL FORM PER SCOPRIRE IL PER-CORSO PER DIVENTARE UN ORIENTATORE!