Orientare Oggi. Perchè prevenire è meglio che curare!
“Ho 49 anni, ho preso una laurea che in fondo non mi piaceva e che ho scoperto poi non essere la mia vera strada. Per 20 anni ho fatto un lavoro da cui oggi sono disgustato! Ho preso una specializzazione per indorare la pillola, poi ne ho presa un’altra per addolcire ancora di più la seconda pillola. Oggi sono qui, ancora in cerca di me!”
Sono le storie di dis-orientamento che tutti i giorni ascoltiamo nelle nostre aule: dovremmo aprire un blog per mostrarvi quali sono gli effetti (devastanti) e le conseguenze (negative) delle “scelte sbagliate” che impattano a 360′ sulla vita e sulla salute psico-fisica delle persone!
Ma come hai scelto le scuole superiori? Come hai scelto l’università? Come ti sei inserito nel mondo del lavoro? Come mai le specializzazioni che hai scelto non ti hanno dato ciò che cercavi? Nel tuo curriculum vedo che c’è una costante attivitá di volontariato: perchè l’hai messa in fondo tra le “altre informazioni”? Forse non volevi dimenticarti completamente di te? Perché non l’hai messa sopra tra le “esperienze professionali”? Per paura che dicesse a tutti la verità? È questo che provi, paura??
Oggi vediamo tanti eventi di “orientamento” (CAREER DAY) in cui vengono acclamati i numeri in modo celebrativo ed altisonante: “400 aziende partecipanti, 38 università di tutto il mondo, 3000 studenti hanno partecipato”.
E poi…buio!
Bene signori: di tutti questi studenti che hanno stampato i cv, ci venite anche a dire quanti ne sono stati assunti? Avete delle statistiche sul matching occupazionale oltre che gridare numeri fine a se stessi?
E ci venite anche a dire, magari tra 3 anni, se quei ragazzini che sono tornati a casa con lo zaino pieno di brochure e proposte commerciali (ahimè! Povera foresta amazzonica) sono soddisfatti e stanno realizzando le proprie aspirazioni?
É si, perchè noi temiamo di ritrovarceli in aula tra 20-30 anni, piu dis-orientati di prima ed alle prese con l’urgenza – che molti vivono come ultima spiaggia – di tornare finalmente a se stessi!
Allora l’orientamento che non orienta è la più perniciosa forma di immoralitá culturale che possiamo commettere mentre prendiamo in giro il nostro prossimo, soprattutto i nostri figli!
ORIENTARE è educare!
Non è distribuire volantini!
La storia del pensiero fino alle neuroscienze, ha dimostrato che il cervello funziona per cancellazione, omissione, selezione.
Il cervello andrebbe in tilt se esposto alla reale quantità di stimoli esistenti e proprio per questo “seleziona” il suo mondo in ragione dei propri bisogni di sopravvivenza.
L’orientamento non dipende dalla quantitá di informazione ma dalla qualitá della formazione; anzi la quantitá di informazione in assenza di “filtri consapevoli” manda in tilt il sistema – anche quello nervoso – e non consente una scelta vera!
- Orientare è educare alla scelta ed alla presa di decisioni
- Orientare è affinare gli strumenti percettivi con cui selezioniamo la rilevanza del nostro mondo
- Orientare è formare la consapevolezza come bussola permanente dell’auto-determinazione
- Orientare è comprendere i bisogni ed ascoltare le emozioni che ci muovono dal profondo
- Orientare è aiutare a scoprire e valorizzare i propri talenti ed attivare percorsi di sviluppo
- Orientare è lasciar emergere desideri e trovare canali per farli divenire progetti
Senza di questo, l’informazione non può avere pertinenza, non può avere rilevanza, non può servire l’evoluzione, non può fondare un progetto di vita.
Senza di questo…
La carta resta carta,
almeno riciclatela!
A cura di Cristian Flaiani,
Career Counselor & Specialist in Talent Education