L’incontro con l’altro da sé: è lì che si cela l’energia del cambiamento?
Ciao!
Eccoci qui, per un nuovo articolo che racconta il secondo weekend del corso multi-qualifica per diventare Orientatore e Counselor. Come promesso d’altronde! 🙂
Sono Gregorio, e se non ci conosciamo il piacere è mio! Pronti? via!
🟡LA VITA: L’ARTE DI INCONTRARE…L’ALTRO DA NOI🟡
“La vita, amico e amica mia, è l’arte dell’incontro”. Magari fossero mie parole! Ma no…sono di Vinicius de Moraes.
L’incontro può accadere in un istante, e in quel momento, in quel preciso attimo tutto può cambiare per sempre. Nell’incontro è sempre presente una componente di imprevisto dove è possibile scoprire il nuovo, che non potevamo prevedere. L’imprevedibilità è una delle caratteristiche e virtù dell’incontro.
Anche perché incontrandoci, noi due, potremmo anche scontrarci. Il confronto è rivelatore della presenza dell’alterità, cioè del diverso da noi stessi, del non-io.
L’altrui si presenta all’improvviso, estraneo al nostro sé. E subentrano le difficoltà della misura, di un nuovo mondo esterno che si fa minaccioso poiché alle porte delle nostre barriere esistenziali.
E se proprio l’apertura all’altro, al diverso da noi, potesse tirar fuori il sé? E quindi anche le nostre più profonde paure?
Il counseling ci insegna che è all’interno delle relazioni, noi tutti, abbiamo la possibilità di decostruirci e costruirci. Ed orientarci.
🟡PAURA È ?🟡
Diversi sono stati i brainstorming di gruppo sui concetti di orientamento e counseling.
Ed è stato davvero soddisfacente essere riusciti a far emergere tutte quelle parole chiave, necessarie per essere consapevoli di motivi, necessità, desideri, bisogni profondi di tutti coloro che scelgono di affidarsi ad orientatori o counselor.
È in uno di questi, condotto dal docente Cristian Flaiani, che è emersa più volte la parola PAURA. Concetto di paura che è stato avvicinato da alcuni corsisti al concetto di autosabotaggio.
L’intuizione della corsista Elena, la partecipazione del gruppo e la guida facilitata di Cristian, hanno dato vita ad uno spontaneo e potenziale schema metodologico, validato da tutti per assenso, allo scopo di affrontare la paura e trasmutare questo sentimento in un punto di forza.
Perseguendo questi punti:
- RICONOSCERE la paura
- VIVERE la paura
- ACCOGLIERE la paura
- INTEGRARE la paura
- TRASMUTARE la paura per farla diventare un PUNTO DI FORZA
- APPRENDERE: fase di consapevolezza per essere riusciti ad eseguire delle azioni permeate dalle paure iniziali ed arrivare al punto di pensare: “ce l’ho fatta!
- RIPETERE: accumulare consapevolezze, di tanti piccoli traguardi positivi derivanti dalle azioni (che prima spaventavano) permettono ora la costruzione di una maggiore integrità personale, sicurezza in se stessi, e la convinzione di poter ripetere quelle azioni e fare anche di più, qualcosa di più importante, nel prossimo futuro!
Frequenza e costanza di un comportamento di successo implementa le capacità future di successo. Ovvero la ripetizione di un approccio “di successo”.
Non è forse un piccolo grande schema per riconoscere le nostre paure, affrontarle ed utilizzarle a nostro vantaggio per perseguire il benessere?
Ad ogni modo mi sembra naturale considerare l’incontro con l’altra persona una necessaria e valida occasione per misurarsi con le nostre paure.
Sappiamo che dalla RELAZIONE, con noi stessi, il mondo esterno e l’altro, dipende il potenziale cambiamento di noi tutti.
Ed è proprio nel secondo weekend di formazione del per-corso per diventare orientatore e counselor che abbiamo iniziato a sperimentare più intensamente l’incontro con l’altra persona.
E non è mai facile o qualcosa da prendere alla leggera.
Gli assunti teorici e pratici della docente Monia Sabbatini sono stati fondamentali per iniziare i primi passi verso la relazione d’aiuto.
🟡LA RELAZIONE D’AIUTO: incontrarsi nel profondo🟡
Quando il nostro mondo interiore si incontra con un altro mondo, entrano in gioco sensazioni che probabilmente non siamo abituati a vivere.
Noi 14 corsisti ci siamo dedicati ad esercitare l’accoglienza, l’empatia e, non ultimo per importanza, il non giudizio.
Così abbiamo sperimentato l’attenzione per l’altra, prima di tutto partendo dalla cura e la considerazione dei confini altrui. Condividendo uno spazio fisico, oltre a della buona musica, dove abbiamo lasciato che le sensazioni di presenza, nostra e degli altri, guidassero i nostri passi.
Esercizio che ci ha reso consapevoli non solo dell’importanza di prestare attenzione all’altra persona ma dell’unicità del singolo, che siamo stati liberi di esprimere. Ognuno e ognuna con la sua andatura, i suoi sguardi, le sue insicurezze o volontà di incrociare l’altro e farsi percepire come presenti.
Quell’apertura necessaria che ti porta inevitabilmente a far emergere insicurezze e paure, appunto.
Ed improvvisamente, due quasi sconosciuti, a pochi centimetri, l’uno negli occhi dell’altra.
E’ molto facile mollare la presa dello sguardo. Il difficile è continuare ad esercitare l’accoglienza, solo attraverso gli occhi e magari quel sorriso necessario per superare l’imbarazzo di sentirsi davvero visti dentro.
Sono stato fortunato perché ho incontrato un volto amichevole e dolce, due occhi sorridenti e fiduciosi. Forse mi stavano dicendo che avrei potuto comprendere e forse prendermi cura delle fragilità umane che sarebbero emerse di lì a poco, se solo avessimo continuato ad accettarci per qualche altro minuto.
Credo che ci siamo trovati io e te, incontrati quasi inaspettatamente nell’intensità di un osservarsi dentro, consapevoli della delicatezza del momento.
E’ stato incredibile. Forte, intenso, inaspettato, bello.
G: “Grazie”.
B: “Grazie a te”.
Durante la giornata abbiamo continuato ad esercitare l’ascolto attivo, le tecniche di comunicazione, la restituzione. Abbiamo sperimentato la relazione d’aiuto e ci siamo sentiti, tutti, ancora più uniti.
🟡L’energia celata: ogni incontro è un’opportunità di cambiamento🟡
Come dicevamo, ogni incontro è un potenziale attivatore dell’emersione del sé. Nel counseling e nell’orientamento, chi guida l’incontro è consapevole che durante la relazione emergeranno le parti di sé del cliente, comprese paure e fragilità, ed è necessario creare un clima di fiducia allo scopo di poter essere d’aiuto.
Una delle caratteristiche fondamentali del counseling è quella della sospensione del giudizio. Infatti il counselor, come l’orientatore, prende solo quello che emerge, quello che la persona vuole condividere, accogliendo, accettando ed articolando l’energia creativa.
La stessa energia che è stata un tema centrale di questo weekend. Energia percepita, vissuta e condivisa da tutti noi, durante le pratiche svolte con Monia Sabbatini.
E come esplicitato da Cristian Flaiani:
“L’ENERGIA è L’INPUT E L’OUTPUT DEL PROCESSO DI ORIENTAMENTO”
Ed è proprio dal primo brainstorming che è emerso il seguente ragionamento:
input ENERGIA > CONSAPEVOLEZZA > CAMBIAMENTO > RISTRUTTURAZIONE > MIGLIORAMENTO / FORTIFICAZIONE > BENESSERE > output ENERGIA
Ovvero, l’orientamento e il counseling sono un: PROCESSO DI CONSAPEVOLEZZA NECESSARIA PER GENERARE CAMBIAMENTI POSITIVI CHE GENERANO BENESSERE.
E l’Energia è l’input e l’output di questo processo.
🟡Come può un counselor o un orientatore attivare questo processo?🟡
Incontrando L’ALTRO DA SE’, entrando in relazione d’aiuto, anche grazie all’utilizzo della comunicazione.
Ed ecco perché orientatori e counselor conoscono e sanno mettere in atto le tecniche di comunicazione. Comunicazione vuol dire Azione.
Credo che abbiamo fatto proprio questo durante questo secondo weekend di corso.
Sono entrato in relazione con l’altra, ho cercato di mettere la persona al centro, ho cercato di esercitare l’empatia, l’accettazione incondizionata, l’autenticità, come insegnato da Carl Rogers.
Ed ora:
Possiamo considerare la vita come l’arte di incontrare l’altro da noi?
E non è forse vero che è lì che si cela l’energia del cambiamento? Nostro, dell’altro e forse del mondo intero?
Al prossimo diario,
Greg 🙂