La Creatività nel ciclo di contatto: generatrice del Senso della Tua Vita
Eccoci! 🙂
Bentornata/o nel diario di bordo dove viene raccontato il corso multi-qualifica per diventare Orientatore e Counselor!
Siamo al settimo incontro, del weekend del 7 e 8 ottobre 2023.
Per gli orientatori che hanno intenzione di servirsi della psicologia della Gestalt, un’approfondita comprensione del ciclo di contatto riveste un’importanza cruciale. E cosa c’è di meglio di comprendere la gestalt se non vivendo intensamente ogni fase del suo ciclo con piena consapevolezza?
Oggi, nel racconto del weekend, ho intenzione di partire dagli ultimi momenti di formazione per poi andare a ritroso verso ciò che durante il weekend mi ha colpito maggiormente e dal quale ora scaturisce questa considerazione:
credo che la creatività sia lo slancio vitale, necessario, grazie al quale generiamo, giorno dopo giorno, il nostro senso di essere nel mondo, il nostro sé, affrontando, continuamente e inesorabilmente, le nostre personali gestalt.
Ha senso per te quello che ho scritto? O semplicemente, ti ho messo curiosità? Ad ogni modo ti invito ad immergerti in questo racconto.
Comunque sono Gregorio, piacere…e buona lettura a te!
🟡Vedere con il cuore, oltre le apparenze🟡
Domenica 8 ottobre, mattina
La psicoterapeuta sistemico-relazionale Fabiana Solustri ci ha supervisionato ed assistito durante delle simulazioni di colloquio di orientamento. Qui è dove abbiamo continuato ad esercitare e comprendere l’importanza della riformulazione ed affinato la capacità di stare nella relazione d’aiuto durante le delicate fasi dell’incontro. Io stesso sono stato orientato dal punto di vista professionale grazie al colloquio avvenuto con Alice.
Tutto il gruppo dei corsisti, anche in questa occasione, è stato di supporto grazie alla condivisione di riflessioni, considerazioni e feedback in merito alle simulazioni svolte.
Oltre a questo, con la guida esperta di Fabiana Solustri, abbiamo esperito un nuovo modo di vivere e affrontare un colloquio, ovvero bendati. Allenando la capacità di ascoltare ed entrare in contatto con i propri e altrui sentimenti cercando di attivare tutti gli altri sensi, al di là della vista al quale dovremmo essere già abituati. Siamo stati guidati nella sperimentazione di un nuovo modo di vedere gli altri. Come piace pensare a me: “vedere gli altri con il cuore, oltre le apparenze”.
🟡L’esperienza di contatto🟡
Domenica 8 ottobre, pomeriggio
E’ durante le ultime ore del weekend con la docente Cinzia Colantuoni, psicoterapeuta e gestaltista, che siamo tornati ad esplorare più intensamente il ciclo dei bisogni gestaltico. Ci siamo dedicati ad esaminare momenti in cui entriamo in contatto con l’altro. Ma c’è di più dietro a questa esperienza.
Il momento fondamentale del ciclo di contatto avviene quando accade il contatto reale, quando si incontra il confine tra l’Io e l’Altro e si raggiunge il NOI. Questo è un momento magico, in cui entriamo in sintonia con l’altra persona, abbattendo i confini ed aprendoci a un’esperienza autentica e profonda.
🟡Le resistenze al contatto🟡
E cosa succede ogni volta che entriamo in contatto con noi stessi e l’altro?
Accadono delle resistenze, le cosiddette resistenze al contatto.
Abbiamo esaminato le principali resistenze al contatto, tra cui:
- l’introiezione
- la proiezione
- la retroflessione
- la deflessione
- la confluenza.
Queste resistenze possono ostacolare il ciclo di contatto e influenzare la qualità delle nostre relazioni.
Ma queste ultime possono essere anche positive se sfruttate in modo adattivo e creativo. Infatti quando vengono utilizzate con consapevolezza e permettono alla persona di nutrirsi diventano dei modi di adattamento al contatto.
Così abbiamo scoperto che il ciclo di contatto e la creatività sono strettamente intrecciati, un connubio che ha il potere di trasformare il nostro modo di stare nella relazione, prima con noi stessi, poi con gli altri, fino al confine di contatto, al “NOI”.
E’ stando nel flusso, del “come” si affronta l’esperienza e non del “perché”, che possono emergere soluzioni creative per la soddisfazione del bisogno. La creatività, infatti, può diventare uno strumento prezioso per superare le barriere e accedere a un’autentica esperienza di contatto.
🟡Che cos’è la creatività in gestalt?🟡
La creatività in Gestalt si manifesta come la capacità di creare un mondo possibile e adattarlo alla realtà. È un atto di generazione di significato, un’apertura alla bellezza e alla profondità delle relazioni.
L’esperienza di contatto, con se stessi e con gli altri, è generatrice di senso, del sé. Ogni esperienza, se osservata da un punto di vista esistenziale, può essere usata come metafora della tua stessa vita, di come vivi le relazioni con te stesso e con gli altri, del senso che dai al tuo vivere, al tuo esser-ci nel mondo (come Heidegger ci insegna).
🟡Il contatto: “Due cuori sanguinanti si incontrano”🟡
sabato 7 ottobre, mattina
Claudia Battistoni, docente psicologa gestaltista, ci ha accompagnato con delicatezza e sapienza nelle varie fasi di un’esperienza intensa, viva, fertile, contagiosa, struggente, entusiasmante, triste, gioiosa.
Ecco il racconto della mia personale esperienza.
Silvia, una compagna di corso, ed io, ci siamo immersi in un processo creativo che ha messo in luce la nostra connessione in modo straordinario.
Guidati da Claudia Battistoni, abbiamo iniziato guardandoci negli occhi per diversi minuti in totale silenzio, un esercizio che ha richiesto sguardo autentico e totale apertura. Questo è stato il nostro momento di incontro iniziale, un’anteprima di ciò che avrebbe segnato il nostro viaggio.
Successivamente ci è stato chiesto di prendere un colore a china per ciascuna, l’uno differente dall’altro, e sopra un foglio condiviso, di soffiare sulla superficie i rispettivi colori tramite una cannuccia. Tutto questo stando attenti a non parlare, senza indicazioni precise e senza un obiettivo stabilito. Senza un perché.
Mentre l’opera d’arte prendeva forma ci siamo guardati diverse volte, nella comprensione che qualcosa di straordinario stava accadendo. Un contatto profondo, nella cura e nell’attenzione di rispettare gli spazi e i tempi altrui, ma anche della consapevolezza di un bisogno di “incontrarci” sul foglio, che ha generato spontaneamente nuove traiettorie di colore verso l’altro.
Ciò che è emerso è stato sorprendente. I colori, il mio rosa porpora e il blu di Silvia, si sono mescolati in un intreccio di emozioni. Ci siamo resi conto, solo con lo sguardo, che avevamo creato qualcosa di unico.
Così il colore viola era nato, simbolo condiviso della voglia del NOI, di incontrarci, mescolando i nostri colori, ovvero mescolando l’IO e l’Altro.
Abbiamo osservato e ammirato il risultato, sentendo che questa creazione aveva una profonda risonanza con la nostra relazione. Molto soddisfatti e felici ci siamo anche fatti una foto! Eccola qui.
Silvia ha dato un titolo all’opera: “Incontro di due cuori sanguinanti”. Titolo da me condiviso, anche perché l’insieme di forme, tracce e schizzi, ci è sembrato rappresentassero due cuori che sanguinano uniti nel dolore.
Ma come accade spesso nella vita, gli incontri più belli, come alcune relazioni, sono destinate ad un’inevitabile fine. Ma è stato del tutto inaspettato. Improvvisamente veniamo chiamati a fare un’azione, contro la nostra volontà. Ora dovevamo distruggere la nostra creazione!
Ecco qui, in questa foto ci sono gli ultimi istanti prima di fare a pezzi la nostra opera. Un ultimo sguardo condiviso a ciò che, fino a pochi secondi prima, stavamo già immaginando come un ricordo indelebile del corso svolto in quell’aula.
Invece ora stavamo per distruggerla, insieme. È stato l’atto di distruggere il foglio a rappresentare una rottura drammatica nella nostra relazione. Ciò che avevamo costruito insieme è stato brutalmente violato, da noi stessi.
Ci siamo lasciati andare ad un momento di profonda tristezza, e il nostro sguardo rifletteva tutto il dispiacere.
E’ stato un colpo al cuore. Avevamo appena soddisfatto il bisogno di incontrarci, di trovare il NOI, ed ora ci stavamo separando nuovamente. Ma questa volta anche con il peso di una rottura drammatica!
E cosa rimane dopo la rottura? Cosa resta di una relazione che è stata distrutta? Rimangono solo frammenti di un momento di felicità, ma che ormai si è trasformato nel ricordo malinconico, di una separazione.
Frammenti di un foglio strappato, si, ma carichi di significato.
Abbiamo affrontato, ognuno a suo modo, la tristezza della separazione e il dolore della rottura, consapevoli che la nostra relazione non sarebbe mai più stata la stessa.
In quei momenti di solitudine, quando ci siamo ritrovati soli con i nostri sentimenti, abbiamo capito che una parte di noi era stata distrutta.
Per qualche tempo non ho saputo dare significato a quella rottura. Sono rimasto a guardare quei frammenti per più di 5 minuti. Sono stato nel dolore. E basta.
🟡Lo spirito creativo come salvezza e rinnovamento del sé🟡
Ma qui è emersa la bellezza dell’adattamento creativo, una capacità che mi ha permesso di ricostruire i frammenti del mio mondo con nuovi significati.
Come? Credo si sia attivata da un contatto avvenuto con Alessandra. Come tutti noi anche lei era nell’aula e come tutti stava vivendo il dolore della rottura della sua relazione con qualcuno/a dei presenti.
Alessandra mi chiede se mi può dare uno dei due fogli che, nella mia testa, rappresentavano la relazione passata con Silvia. Allora dopo qualche tentennamento decido di strappare solo una parte di uno dei due fogli, quello per me meno significativo, per preservare l’altro foglio rappresentante Silvia, con il suo colore blu.
Dopo aver consegnato una parte del “NOI”, di me e Silvia, del viola su quel foglio, in me è scattata una scintilla. Dal dolore e la tristezza della rottura, è emerso un nuovo bisogno, un desiderio di creare nuovi significati.
Così ho chiesto ad Alessandra se voleva darmi parte della sua opera. Essendo anch’essa consapevole del valore che stava cedendo.
Da quel momento, ho iniziato a guardare intorno a me, a tutto l’ambiente circostante.
Così ho pensato a nuovi colori, a fogli bianchi, a tutta una serie di risorse che erano intorno a me, pronte per essere utilizzate.
Non sapevo ancora esattamente cosa mi avrebbe portato quel nuovo flusso. Ma l’ho ascoltato. Mi sono concentrato sulla nuova sensazione. E senza pensarci troppo ho iniziato a muovermi, a compiere spontaneamente delle scelte. Ho mobilitato la mia energia essendo consapevole che avrei voluto fare qualcosa per “dare un senso a quella rottura della relazione con Silvia”. In quel momento questo pensiero mi metteva in moto.
La condivisione delle opere scambiate con Alessandra è stato il motore del nuovo bisogno emerso. Ed è stato come aver condiviso una parte nel dolore ad un’altra persona, che ha attivato in me nuove possibilità. Questo è stato l’inizio del mio rinnovamento.
Così ho preso il colore verde che è diventato il simbolo del “legame ritrovato”, un filo di energia e di speranza che avrebbe reso vivo il mio legame con Silvia, ma solo grazie alla connessione con altre nuove relazioni.
Ho preso altri fogli, ho ricreato le condizioni necessarie affinché potessi di nuovo avere una relazione con altre persone. Ormai per dare senso a me stesso, a quella parte rimasta di me nel foglio, avevo bisogno di immergermi nell’ambiente, di entrare in connessione con esso.
🟡 L’adattamento creativo 🟡
Infatti, come riportato da Claudia Battistoni: l’adattamento creativo è il risultato della spontanea forza di sopravvivenza che consente all’individuo di differenziarsi dal contesto sociale, ma anche di esserne pienamente e significativamente parte.
Anche come affermato da Robine: E’ il processo che mette in interazione i bisogni dell’organismo alle risorse ambientali (…). Con l’adattamento il soggetto viene trasformato dall’ambiente o si trasforma al contatto con esso.
🟡 Non siamo più quel NOI, io e te, siamo un altro NOI 🟡
Allora ho preso la rinnovata opera, c’eravamo sempre io e Silvia, ma ora c’era anche Alessandra. Allora un nuovo bisogno nasce in me: “ho bisogno di condividere quest’opera con altre persone e riempire i nuovi spazi bianchi”. Così prendo una manciata di colori, giro per l’aula seguendo il flusso. Vado dalle persone che sento pronte a condividere loro stesse con me. Tutte coloro alle quali chiedo di partecipare accettano volentieri. Così prendono un colore e lasciano il loro segno. Le ringrazio di cuore e a loro volta mi ringraziano con gioia.
Dopo aver soddisfatto il bisogno di condividere, nasce in me un ultimo bisogno: “ho intenzione di tornare da Silvia con questa nuova opera”.
Torno da lei e le dico: “Silvia, sono tornato qui solo per dirti che per me è stato importante incontrarti, che anche se il nostro rapporto è stato distrutto in modo drammatico tu sei sempre con me. Non siamo più quel NOI, io e te, siamo un altro NOI”. Le chiedo gentilmente se ha voglia di dare un nuovo titolo a questa opera.
Il bello di tutto ciò è che Silvia era ancora presente, i suoi colori erano lì, a riprova che lei farà parte di me per sempre.
Lei commossa prende un pennarello arancione tra quelli che le avevo portato e scrive il nuovo titolo: NOI.
Credo che con questo titolo abbia racchiuso tutto ciò che eravamo stati, il passato e il presente, il dolore, la speranza, il rinnovamento. Siamo sempre NOI appunto. La testimonianza di una relazione che aveva attraversato la rottura e che ora ha trovato un nuovo significato.
Guarda tu stesso/a la NOSTRA nuova opera.
Questo è stato un esempio concreto di come la creatività possa essere utilizzata per “stare nella relazione”. Il nostro ciclo di contatto, con tutti i suoi momenti intensi e le resistenze, ha trovato nell’adattamento creativo un modo per superare le barriere e per trasformare la rottura in una nuova creazione.
Nella psicologia della Gestalt, la creatività è un atto di rivelazione di sé. È un modo per affrontare il dolore e la perdita, riparando ciò che è stato amato e distrutto, proprio come sottolineato da Klein. L’arte e la creatività sorgono da un desiderio insoddisfatto, da un vuoto che solo la generazione di significato può colmare. Come afferma Gadamer, quando incontriamo un’opera d’arte nel mondo e il mondo nell’opera d’arte, superiamo la discontinuità dell’esperienza e raggiungiamo la continuità della nostra esperienza.
In questo contesto, l’adattamento creativo si trasforma in una capacità di superare il dolore, di riparare ciò che è stato amato e distrutto, e di generare significato attraverso la creazione. La relazione con Silvia è stata un esempio di questo processo. Il nostro ciclo di contatto si è concluso con un’opera distrutta e una rottura, ma è stato nell’adattamento creativo che abbiamo trovato un modo per trasformare la rottura in un nuovo contatto, rappresentata dal titolo “NOI”.
In conclusione, la creatività è una forza potente nel ciclo di contatto della Gestalt. È un mezzo per “stare nella relazione”, superare le resistenze e generare significato. La creatività ci permette di affrontare il dolore, di riparare ciò che è stato amato e distrutto, e di trovare continuità nella nostra esperienza. Come artisti della vita, possiamo imparare a utilizzare l’adattamento creativo per creare significato nei momenti di rottura e per trasformare il nostro ciclo di contatto in una danza continua di relazioni significative.
A presto
Greg 😉