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Stare nella relazione d’aiuto, oltre le barriere

Siamo al terzo appuntamento. In questo diario di bordo viene raccontato ciò che sta accadendo durante le lezioni del corso multi-qualifica per diventare Orientatore e Counselor.

Qui è Gregorio che scrive 🙂 buona lettura!

🟡Le sfida nella società delle performance: la relazione🟡

Nella società contemporanea, caratterizzata dalla fluidità e dall’ossessione per la performance, spesso ci troviamo di fronte a sfide complesse nel vivere appieno le nostre relazioni. Le barriere fisiche che incontriamo nel mondo moderno non fanno altro che incentivare e rendere le nostre barriere interiori, come quelle comunicative, ancora più alte e perciò più difficili da affrontare e decostruire.

Mentre siamo influenzati da vari fattori esterni e da noi stessi, potremmo sentire il bisogno di autorealizzazione ma probabilmente, prima, quello più importante, di stare in relazione con l’altro. L’incontro con l’altro da me può aiutarmi ad aumentare il senso di stima, appartenenza e sicurezza.

Tutti noi abbiamo necessità di soddisfare questi bisogni per poi avere la possibilità di autorealizzarci.

Come esplicitato dalla docente Claudia Battistoni in quest’epoca post-moderna rimane difficile un’esperienza Io – Tu.

Questo mondo rende difficile il “vero incontro con gli altri”, e i diversi vissuti umani possono portare a un senso di disorientamento, alienazione sociale, apatia, rassegnazione, incertezza e solitudine.

🟡Ripartiamo da NOI🟡

Tuttavia, esistono due potenziali modi per affrontare queste difficoltà e superare le barriere che ci separano da noi stessi e dagli altri. Il primo riguarda la risensibilizzazione del nostro corpo, il riconoscimento delle nostre emozioni e delle sensazioni fisiche che proviamo. Il secondo riguarda l’acquisizione di strumenti di sostegno alle relazioni, che ci consentono di interagire in modo più autentico ed empatico con gli altri.

La responsabilità degli operatori delle risorse umane: è possibile rendere il mondo migliore di com’è?

Noi, in qualità di aspiranti orientatori e tutti coloro che lavorano nel campo delle risorse umane, abbiamo una grande responsabilità. Forse possiamo veramente contribuire a rendere il mondo un luogo migliore a partire dalle relazioni umane.

Siamo chiamati a favorire la riattivazione dei sensi, del nostro corpo, e a fornire strumenti di supporto che consentano alle persone di sviluppare connessioni significative con gli altri.

E’ una consapevolezza che si sta sempre più radicando dentro me e probabilmente anche nei miei colleghi di corso: possiamo partire da una relazione, una connessione autentica che poi si fa intreccio fino a poter creare una rete che si dirama oltre le nostre aspettative.

Il counseling, come illustrato dalla docente Claudia Battistoni, è qualcosa che ci viene in aiuto nel gestire le relazioni.

Talento, abilità, accoglienza, consapevolezza, ascolto, miglioramento della condizione di vita, adattamento, qui ed ora, potenziale, libertà, valorizzazione. Sono solo alcune parole chiave che ci ha mostrato la docente per farci comprendere il potere della relazione d’aiuto, come attivatore dell’energia creativa e potenziale che si cela dentro di noi.

 

🟡Alla scoperta delle barriere comunicative🟡

Ma per diventare orientatori, con delle forti basi di counseling, la teoria non basta! Allora ci siamo trovati a sperimentare la relazione d’aiuto.
Dei volontari hanno scelto di fare gli orientatori ed uno alla volta hanno sperimentato cosa significa stare dalla posizione di chi deve aiutare. O almeno dovrebbe!

Si perché ognuno dei volontari, tra cui me, ha seguito uno script nel quale è stato necessario “recitare” una parte. L’esercizio era volto ad individuare quelle che sono le barriere comunicative che potremmo attivare durante la relazione. E per attivare quelle barriere, ovviamente, non abbiamo usato gli strumenti e le modalità interattive che sono alla base di uno scambio comunicativo ideale.

Infatti è stato un disastro (voluto)!

Alice, che si era resa volontaria come cliente e bisognosa di essere aiutata, aveva a disposizione un buzz. Così, ogni volta che si fosse sentita al di fuori di una vera relazione, avrebbe “buzzato” e mandato via l’orientatore o l’orientatrice. E noi, “finti” orientatori, 1 ad 1 siamo andati a posto a colpi di buzz!

L’esercizio ci ha mostrato chiaramente le barriere comunicative che possono emergere, mostrando tutte le difficoltà dell’assistita. E se non le conosciamo possiamo davvero rendere un incontro spiacevole e non di aiuto.
Abbiamo in questo caso approfondito le barriere comunicative delineate da Thomas Gordon.

🟡Oltre le barriere comunicative…Possiamo farcela!🟡

Il giorno dopo, con la docente Fabiana Solustri, sono stati approfonditi questi concetti, parlando delle barriere comunicative di Gordon da un punto di vista psicologico. Anche qui dalla teoria alla pratica.

Abbiamo svolto un esercizio che è culminato in una simulazione di relazione d’aiuto, che ha visto protagoniste due corsiste.
Quando il cliente stesso arriva scontroso, con il suo mondo di problemi e l’assoluta certezza di non poter essere aiutato da nessuno, emergono tutte le difficoltà della relazione.

Non siamo più noi qui ad attivare le barriere comunicative, per gioco, ma ora ci troviamo nell’esatta posizione opposta. Ovvero, dobbiamo essere in grado di acquietare le rigidità, la durezza, la presa di posizione, l’indisponenza di chi non vuole assolutamente essere aiutato. Ma sappiamo che, probabilmente, se quella persona in quel momento è in quella stanza con noi, ha un bisogno che vuole essere ascoltato.

Ok quindi, cosa facciamo?

La persona potrebbe manifestare irritazione, chiusura. Allora prendiamoci il tempo, stiamo nelle relazione con quella persona, ascoltiamo ciò che ci dice e seguiamo il flusso. Fidiamoci della relazione.

Durante la relazione d’aiuto è fondamentale seguire le parole che sta usando l’utente/cliente, seguire il flusso della comunicazione, adottando la metodologia che ci insegna il counseling:

 

  • OSSERVAZIONE FENOMENOLOGICA
  • COMUNICAZIONE DESCRITTIVA
  • FEEDBACK

 

La nostra sfida è quella di mettere in pratica queste competenze e di sviluppare una sensibilità sempre maggiore nelle nostre relazioni quotidiane.

Attraverso l’impegno nel counseling e nell’orientamento, possiamo contribuire a superare le barriere che separano le persone e a creare un mondo in cui le relazioni umane siano valorizzate e autentiche. Continueremo il nostro percorso di formazione consapevoli del potere che le nostre azioni hanno nel rendere il mondo un luogo migliore.

 

Al prossimo diario!

Greg 🙂

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